La Signora Lisjak assieme ai figli, e relative nuore, gestisce questa osmiza che fino al 1923 era una trattoria. Questa data lascia intendere la storicità dell'abitazione, la quale trascorse, senza passarlo indenne, il periodo della seconda guerra mondiale.
Era metà agosto del 1944 quando la casa venne distrutta in conseguenza dei bombardamenti nazisti; e assieme ad essa tre interi paesi andarono quasi completamente rasi al suolo. Alla fine del conflitto l'edificio venne ricostruito, come lo si può ancora vedere oggi.
Dopo il cenno storico passiamo all'offerta enogastronomica: i salumi, come da norma di produzione propria, possono essere accompagnati da verdure di stagione.
Da alcune fattorie della zona arriva il formaggio, che la titolare dell'osmiza ci spiega essere barattato con del fieno: «Siccome non abbiamo più le mucche, noi forniamo fieno alle fattorie che ci ripagano con il loro prodotto.» I vini corrispondono a degli uvaggi, e a tal proposito la Signora Lisjak continua: «Avere un'unica vite è una moda piuttosto recente.» Il bianco è a base Malvasia con aggiunta di Vitovska, Friulano e Sauvignon. Passando al rosso la vite principale è quella del Refosco, con inserimento di Merlot, Cabernet e Barbera.