La cessione di alcuni poderi in dote ad Anna Daneu in occasione del suo matrimonio, consentì poi al marito Ivan Germec di avere i mezzi necessari ad aprire un’osmiza, questo ancora nel lontano 1930. L’apertura da quella volta avviene senza soluzione di continuità, anche nel periodo di guerra, quando nel piano terra della casa si trovava una fucina.
Le stagioni dei conflitti mondiali hanno lasciato il segno, ed una traccia evidente risiede ad esempio nell’italianizzazione del cognome Germec in Germani.
Quella volta il mezzo principale di trasporto era il “tram de Opcina”, e molta gente veniva in via Commerciale “alta” solo ed esclusivamente perché sapeva di trovare i Germec/Daneu pronti ad accogliere gli avventori! In quel periodo la clientela consisteva principalmente nei militari tedeschi oppure alcuni civili che eseguivano lavori edili per gli uomini in divisa.
Durante la consueta visita di Osmize.com ci troviamo a parlare con il Signor Claudio Germani, il quale corrisponde alla 4ª generazione di gestione dell’osmiza. Presenti anche i propri genitori, Giovanni Jr. (junior) e la madre Elda Coslovich, a cui tra l’altro risulta intestata l’osmiza; nonostante i suoi 81 anni è ancora di aiuto, affettando il pane piuttosto che preparando le uova sode.
Claudio, mostrandoci un poster del tram de Opcina, ci racconta con orgoglio di come il padre ne sia stato manovratore per ben 36 anni 7 mesi e 1 giorno, giusto per essere precisi.
Forse non tutti i visitatori del sito web sono autoctoni, e pertanto precisiamo come Via Commerciale sia la strada di Trieste maggiormente rinomata per la splendida vista di cui si può godere sul Golfo. Ed infatti l’osmiza Coslovich non delude le aspettative!
Non a caso uno dei periodi di apertura culmina con la giornata dedicata alla famosa regata velica “Barcolana”, che tradizionalmente si disputa la seconda domenica di ottobre. Ovviamente per il grande evento si consiglia vivamente di contattare l’osmiza per verificare la disponibilità di posti a sedere.
L’offerta enogastronomica consiste prevalentemente in salumi e vino di propria produzione.
Poi, al fine di avere qualcosa di particolare e servirlo in modo – come dice il Signor Claudio – “coreografico”, vengono preparate le tartine di lardo macinato con olio e prezzemolo piuttosto che al crudo e olive. A completare ulteriormente il menù c’è il formaggio proveniente da aziende agricole della regione, le uova sode e infine le olive ed i peperoni di casa.
Il vino rosso è un Refosco, mentre il bianco corrisponde ad un uvaggio di Malvasia (70%) e Sauvignon (30%).